MANDALA a ROBILANTE (CN) dal 9 al 12 agosto 2018
Descrizione progetto
Dal 9 al 12 agosto si svolgerà a Robilante, presso i locali della Confraternita, un ricco programma di eventi che farà da contorno alla realizzazione di un prezioso Mandala di sabbia da parte di un gruppo di cinque Monaci tibetani, scelti da S.S. XIV Dalai Lama, provenienti dal Monastero di Sera Jhe – sud dell‘India, con lo scopo di portare nel mondo un messaggio di pace e fratellanza praticando il sentiero spirituale del Buddha basato sulla saggezza, la compassione, la gentilezza e l’amore verso tutti gli esseri senzienti. L’evento si svolgerà grazie alla sinergia con la Pro Loco e il Comune di Robilante e la collaborazione con altri partner.
Il Mandala di sabbia colorata rappresenta indubbiamente una delle espressioni più originali e raffinate della tradizione artistica del Buddhismo Tibetano. La sua composizione viene realizzata con infinita pazienza fin nei suoi minimi dettagli disponendo milioni di granelli di sabbia su di un supporto rigido e piano, può richiedere molti giorni o addirittura intere settimane e una volta completata viene distrutto per simboleggiare la impermanenza dell’esistenza terrena. La sabbia che lo compone viene spazzata via e raccolta per essere poi dispersa nelle acque di un fiume, affinché la corrente possa trasportare nel mondo l’energia divina in essa contenuta e trasmetterne i benefici effetti di purificazione e guarigione all’ambiente ed ad ogni creatura che lo popola. Si ritiene che la creazione di un Mandala di sabbia agisca come mezzo di purificazione e di guarigione sia a livello esteriore che interiore.
In questo contesto si parlerà anche di diritti umani, argomento particolarmente sentito dalla nostra associazione Rajiv Gandhi Home for Handicapped – sede italiana Onlus. La storia del Tibet è profondamente travagliata e triste e merita di essere continuamente portata alla ribalta perchè sia conosciuta da tutti. Il genocidio del popolo tibetano continua da oltre cinquant’anni. Dal 2008 le forze di sicurezza cinesi hanno infierito in maniera particolarmente dura sui Tibetani, portando a numerosi morti e a innumerevoli torture. La situazione sta peggiorando di giorno in giorno e l’afflusso dei profughi che lasciano il paese per sfuggire alle persecuzioni cinesi non conosce sosta.
In conseguenza a ciò, il popolo tibetano ha iniziato ad bruciarsi vivo, una persona dopo l’altra, per chiedere una risoluzione pacifica della questione tibetana, il ritorno di Sua Santità il Dalai Lama in Tibet, e per mettere a conoscenza le Nazioni Unite e l’intera comunità internazionale delle aspirazioni del popolo tibetano e del loro dolore.
L’intera manifestazione sarà dedicata a due nostri cari amici e soci dell’associazione, Marco Nadalini e Adriano Giubergia, prematuramente scomparsi a causa di un male incurabile nei mesi di marzo e maggio di quest’anno.